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Himorogi è un luogo dove si celebra l’unione armonica tra natura e spirito, uno spazio sacro in cui l’anima universale risiede e viene ricordata con cerimonie votive. L’omaggio all’arte e al cinema di Walerian Borowczyk si inserisce simbolicamente in una sovrapposizione tra il recinto divino e la dimora dell’inconscio, qui espressa per rapporti di immagini,suoni, volti, oggetti e meccanismi, dove il tempo e lo spazio si dilatano e fluiscono dall’invisibile al reale, dall’immanente al trascendente.
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L’idea iniziale del film nasce da un rito che Borowczyk era solito fare: proiettare diapositive in una stanza su un pannello trasparente sospeso. La stanza era quella dove realmente viveva, e spesso mi raccontava quanto fosse per lui importante visionare fotografie e disegni su grandi supporti. Ricordo di aver assistito molte volte a questo tipo di proiezione, anche semplicemente su muri bianchi. La trovavo surreale ma al tempo stesso così fisicamente presente: quel fascio di luce misto a polvere e fumo percorreva la stanza semibuia e trasportava l’immagine che si ricomponeva poi magicamente in verticale. L’Himorogi, oltre ad essere uno spazio sacro o un altare utilizzato come luogo di culto, rappresenta qui il veicolo simbolico attraverso cui ricordare e celebrare il suo Cinema visionario. Alessio Pierro